Stando a quanto scoperto da uno studio pubblicato su Frontiers in Public Health, è meglio mangiare un dolcetto che bere una bevanda . Analizzando l’impatto del consumo di zucchero sul rischio di soffrire di malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno infatti scoperto che bere bibite zuccherate aumenta il rischio di venire colpiti da ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e aneurisma.
La ricerca ha coinvolto quasi 70.000 svedesi la cui dieta è stata monitorata dal 1997 al 2019; gli scienziati hanno analizzato tre categorie di consumo di zucchero – guarnizioni come il miele, dolcetti o bevande zuccherate – e sette malattie cardiovascolari: due tipi di ictus, infarto, insufficienza cardiaca, aneurisma, fibrillazione atriale e stenosi aortica. Quasi 26.000 partecipanti hanno sviluppato una malattia cardiovascolare durante il periodo dello studio.
«Gli zuccheri liquidi che si trovano nelle bibite danno un minore senso di sazietà rispetto a quelli in forma solida, e questo fa sì che ne consumiamo di più», spiega Janzi. Anche il contesto è importante, aggiunge: dolci e pasticcini vengono normalmente consumati in occasioni particolari, mentre le bibite fanno spesso parte dei pasti giornalieri.
Se è vero che un maggiore consumo di zucchero corrisponde a un aumentato rischio di soffrire di malattie cardiovascolari, una scoperta apparentemente sorprendente dello studio è che non mangiare affatto dolci è peggio che concedersi uno sfizio ogni tanto.
Un consumo occasionale è infatti stato associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari rispetto a un consumo nullo. Perché? «Potrebbe essere perché chi consuma pochissimo zucchero ha delle diete molto restrittive o soffre di patologie preesistenti», ipotizza Janzi.
Il tutto è da prendere con le pinze e non è un invito a darci dentro con i dolci: tuttavia è importante notare che potrebbe non essere necessario eliminare del tutto lo zucchero dalla nostra dieta affinché la salute cardiovascolare ne benefici.