«Che fine hanno fatto le api?»: era il 2013 quando ci ponevamo questa domanda, che ritorna ora a preoccupare biologi ed esperti del settore.
Vivere senza api (e senza altri impollinatori) non vorrebbe solo dire rinunciare al miele, ma significherebbe soprattutto fare a meno della maggior parte della frutta e della verdura che ogni giorno troviamo sui nostri piatti (con gravi conseguenze per la biodiversità del Pianeta).
Ecco perché l’allarme lanciato dal Consiglio Nazionale di Ricerca Scientifica e Tecnologica (CONICET) dell’Argentina non deve cadere nel vuoto: secondo quanto rilevato dai ricercatori, dagli anni Novanta ad oggi si è registrato un calo del 25% nelle segnalazioni delle diverse specie di api del Pianeta, nonostante siano cresciuti i registri disponibili online e qualunque cittadino possa segnalare un avvistamento grazie alla citizen science.
Dall’analisi è emerso che un quarto delle oltre 20.000 specie di api conosciute non viene più censito. Le segnalazioni delle cosiddette “api del sudore” (Halictidae), tra le specie più comuni, sono crollate del 17% dagli anni Novanta. Per alcune specie più rare, come le Melittidae, il calo è stato del 41%.