Con uno studio basato su dieci anni di analisi, alcuni ricercatori hanno esaminato e valutato i processi di produzione relativi a centinaia di tipi di cibo animale. Lo scopo: ottenere un quadro generale dell’impatto ambientale delle fasi di produzione dei vari alimenti. E determinare una “classifica” dei più ecosostenibili.
Le produzioni di cibo prese in esame sono diverse e comprendono allevamenti terrestri, allevamenti acquatici e la pesca. Per compararne l’impatto ambientale sono stati usati 4 parametri: l’energia usata, le emissioni di gas serra prodotte, l’eventuale alterazione della composizione dell’ambiente (per esempio coi fertilizzanti) e la possibilità di alimentare le piogge acide.
I ricercatori hanno definito un indicatore, ovvero l’ammontare di gas serra emessi per produrre 40 grammi di proteine (che è circa la dose media giornaliera di proteine raccomandata negli Stati Uniti) e lo hanno calcolato per ciascuno dei tipi di alimenti presi in considereazione dallo studio.
Tirando le somme, sono emerse in modo evidente le produzioni che mostrano i valori migliori: gli molluschi allevati e il pescato di sardine, sgombri e aringhe.
Se paragonati ad altri studi su diete vegetariane e vegane, una dieta di molluschi allevati e di piccolo pescato ha un impatto ambientale inferiore rispetto a una dieta a base vegetale.