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  • Consumo alcol: i dati Passi e i consumatori a “maggior rischio”
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25 Maggio 2024 / Published in Alcol, ALIMENTI, NOTIZIE

Consumo alcol: i dati Passi e i consumatori a “maggior rischio”

Con la pubblicazione dei dati sul consumo di alcol comincia il rilascio del nuovo dataset delle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento (PdA), relative alla popolazione adulta (18-69 anni) e a quella anziana (over 65 anni), che nel biennio 2022-23 hanno intervistato rispettivamente 63mila e 30mila persone. Nei due anni in esame, il 42% degli adulti dichiara di non consumare bevande alcoliche, ma il 18% ne fa un consumo definito a “maggior rischio” per la salute, per quantità o modalità di assunzione. Nello stesso periodo, il 63% della popolazione ultra 65enne ha dichiarato di non consumare abitualmente bevande alcoliche, mentre ne riferisce un consumo moderato il 20% e un consumo definito “a rischio” il restante 17%.
I dati PASSI sottolineano come il consumo a “maggior rischio” è più frequente fra i giovani, gli uomini e le persone socialmente più avvantaggiate, non mancano elementi di allarme per il consumo fra le giovani donne. Dai dati PdA emerge che il consumo a rischio, sempre più frequente fra gli uomini, si riduce all’avanzare dell’età e rimane prerogativa delle classi socialmente più avvantaggiate. Per approfondire consulta i dati sul consumo di alcol (PASSI e PdA) e le caratteristiche socio-anagrafiche del campione (PASSI e PdA).
Nel biennio 2022-2023, meno della metà degli adulti (42%) di età compresa tra i 18 e i 69 anni dichiara di non consumare bevande alcoliche, ma 1 persona su 6 (18%) ne fa un consumo definito a “maggior rischio” per la salute, per quantità o modalità di assunzione: il 9,6% degli adulti per binge drinking (consumi episodici eccessivi, corrispondenti a 5 o più Unità Alcoliche – UA in una unica occasione per gli uomini e 4 o più UA per le donne), il 10% per consumo alcolico esclusivamente/prevalentemente fuori pasto e il 2% per un consumo abituale elevato (3 o più UA medie giornaliere per gli uomini e 2 o più UA per le donne).

Il consumo a “maggior rischio” è più frequente fra i giovani e in particolar modo i giovanissimi (fra i 18-24enni la quota sfiora il 36%), fra gli uomini (22% vs 14% nelle donne) e fra le persone socialmente più avvantaggiate, senza difficoltà economiche (20% vs 15% di chi ha molte difficoltà economiche) o con un alto livello di istruzione (21% fra i laureati vs 8% fra chi ha, al più, la licenza elementare).È preoccupante il numero di persone che assume alcol pur avendo una controindicazione assoluta, come i pazienti con malattie del fegato, fra i quali il 49% dichiara di aver consumato alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista. Il 10% delle donne in gravidanza riferisce di aver consumato alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista e fra le donne che allattano al seno la quota aumenta al 27%.

Il consumo di alcol a “maggior rischio” resta una prerogativa dei residenti nel Nord Italia (con un trend in aumento) in particolare in Valle d’Aosta e PA di Bolzano, seguite, tra le Regioni settentrionali, dalla PA di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Tra le Regioni del Sud, il Molise ha la percentuale di consumatori di alcol a “maggior rischio” più alta della media nazionale e paragonabile a quella della PA di Bolzano. Anche il consumo di tipo binge è una prerogativa dell’Italia settentrionale (dove si registra anche un aumento significativo dal 2010) e in particolare del Nord Est, ma Molise e Sardegna si distinguono negativamente fra le Regioni meridionali (il Molise fa registrare una delle quote più alte del Paese).

Tendenzialmente stabile, il trend del consumo a maggior rischio è determinato dalle diverse componenti di cui è espressione ma che riflettono profili di consumatori e tendenze molto diverse. Il binge drinking così come il consumo di alcol fuori pasto sono prerogative dei più giovani e socialmente più avvantaggiati; il consumo abituale elevato, la componente meno importante, è caratteristica di persone meno giovani e socialmente più svantaggiate.

Le differenze di genere sono significative a sfavore degli uomini ma non mancano campanelli di allarme fra le donne. Dal 2010, si osserva fra gli uomini un progressivo aumento del consumo a maggior rischio e una tendenziale e lenta riduzione del binge drinking; fra le donne invece il consumo di alcol a maggior rischio sembra stabile, ma va aumentando la componente del consumo di tipo binge e sebbene fra le donne resti significativamente inferiore a quello degli uomini, le differenze di genere vanno riducendosi.

Le differenze per età invece si mantengono nel tempo, con un consumo a maggior rischio fra i più giovani 18-24enni che resta sempre circa 3 volte maggiore di quanto si osserva fra le generazioni più mature dei 50-69enni, ma mentre resta tendenzialmente alto e stabile nel tempo, il consumo a maggior rischio fra le generazioni degli ultra 35enni aumenta grazie alla crescita della componente del binge drinking.

In questo panorama la pandemia ha segnato, sia per gli uomini che per le donne e a tutte le età, un momento transitorio di riduzione del binge drinking e del consumo fuori pasto per il venir meno delle occasioni di socialità a causa della chiusura dei locali imposte per il contenimento dei contagi, ma superata la pandemia i comportamenti hanno ripreso i trend pre-pandemici
L’attenzione degli operatori sanitari al problema dell’abuso di alcol appare ancora troppo bassa: appena il 7% dei consumatori a “maggior rischio” riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno.

 

 

DATI REGIONE EMILIA-ROMAGNA 2021-2022

 

SPECIALE ISTITUTO SUPERIORE SANITA’

 

 


Fonte:

EPICENTRO

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Tagged under: alcol. binge drinking, consumatori

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