Nello scorso mese di gennaio in Cina si è verificata un’epidemia di polmonite causata dal nuovo coronavirus COVID-19. Per questa malattia non esistono terapie specifiche e attualmente neanche dei vaccini in grado di prevenirla. Nella stragrande maggioranza dei casi decorre in modo benigno e si risolve con il semplice riposo. Nei casi pi ù complicati (circa il 10- 15%) è necessario il ricovero in ospedale e il ricorso a terapie “aspecifiche” che consentono di risolvere quasi sempre anche situazioni complesse.
C’è però un problema che sembra ricordare il passato e che può ostacolare il lavoro messo in atto dalle Autorità Sanitarie. Si tratta di una grave forma di “epidemia psicotica” che ha colpito gran parte della nostra popolazione con manifestazioni d’isteria collettiva che, probabilmente, sono altrettanto gravi della polmonite.
Molte persone dichiarano apertamente di non fidarsi delle misure intraprese dalle Autorità Sanitarie e considerano le norme stabilite dal Ministero della Salute alla strenua delle “grida” di manzoniana memoria che erano ignorate dalla popolazione. Nel cinquecento si trattava probabilmente soltanto di personaggi frutto della fantasia popolare; oggi invece si tratta di persone in carne ed ossa che affollano i canali radiotelevisi, la carta stampata e, soprattutto il “web” alimentando la “infodemia”.
Le conseguenze della “psicosi” passano dal drammatico al comico: vediamone qualcuna. Il Governatore della Basilicata avrebbe proposto di chiudere le “frontiere “ regionali a chi proviene dal Nord; le Autorità greche vorrebbero che le forme di grana padano che importano siano accompagnate da un certificato che attesti “corona virus free”; i supermercati hanno fatto affari d’oro perché la gente ha cercato di accaparrare gli alimenti; i cani e gatti possono contagiarci con la corona virus; a Milano 200 persone che sono seguaci della dieta fruttariana si riuniscono e si baciano perché convinti che il consumo della frutta impedisca lo sviluppo della malattia…
Si tratta di situazioni paradossali, alimentate dalla malafede e/o dall’ignoranza di qualcuno che, oltre a ostacolare le misure di contenimento della malattia, incutono timori e ansietà nelle persone sensibili.
Forse bisognerebbe attivare delle misure preventive anche contro le “psicosi” e cosa c’è di meglio se non neutralizzando i moderni untori togliendo loro la parola? Cosa facile a dirsi, ma difficilmente attuabile.
Tratto da “Sicurezza Alimentare” a cura di Agostino Macrì