La farina d’estrazione è il sottoprodotto dell’estrazione dell’olio dal seme di cotone, ed ha il 19% di lipidi.
I processi di rimozione dell’olio sono diversi, per cui di questo sottoprodotto possiamo trovare quello ad estrazione meccanica (panello) oppure quello da estrazione con solventi, ed uno che combina l’estrazione meccanica con quella chimica.
I produttori di cotone più importanti del mondo sono la Cina, il Pakistan, il Brasile, l’India e gli USA.
del seme di cotone che arriva in Italia è greco, mentre di farina d’estrazione di cotone ne arriva poca a causa del rischio di contaminazione da parte di micotossine e per il non impiego nell’alimentazione dei monogastrici a causa del gossipolo. La tossicità di questa molecola si esprime nella riduzione dell’emoglobina e sulla fertilità sia dei maschi che delle femmine.
A causa della presenza di gossipolo (aldeide polifenolica tossica), il cotone e i suoi sottoprodotti possono essere utilizzati solo nei ruminanti adulti che sono più tolleranti a questa molecola tossica proprio grazie alla presenza del rumine.
In virtù della sua alta concentrazione proteica e del buon apporto di lisina, la farina d’estrazione di cotone può essere impiegata nell’alimentazione dei ruminanti in sostituzione di una quota parte di soia.
I vitelli con il rumine non ancora sviluppato sono più sensibili degli adulti alla tossicità del gossipolo. Per questo motivo si consiglia di non superare nei mangimi di questi animali il 15% d’inclusione. Nella bovina adulta si consiglia di non superare la concentrazione del 10% nei mangimi anche per il rischio aflatossina B1 che ha questo sottoprodotto.