Il Regolamento UE 1169 del 2011 ha lo scopo di fornire ai consumatori delle informazioni dettagliate sulla qualità e la sicurezza degli alimenti. Le informazioni più importanti sono l’elenco degli ingredienti, la composizione nutrizionale (proteine, carboidrati inclusi gli zuccheri, grassi) il contenuto in calorie, il sale e gli eventuali allergeni, la data di scadenza. E’ anche previsto che siano indicati i vari additivi e gli aromatizzanti.
I consumatori possono difendersi andando a leggere le etichette; ciò richiede una certa “formazione” e anche del tempo quando si va a fare la spesa in modo da poterla fare consapevolmente.
Questo diritto a una corretta informazione è precluso alle persone con disabilità visive in quanto le etichette degli alimenti e le indicazioni accessorie sono stampate con caratteri tipografici leggibili (alle volte anche con difficoltà) soltanto ai “normovedenti”.
Circa 1 milione e mezzo di cittadini italiani “ipovedenti” si trovano nella impossibilità di fare autonomamente la spesa perché non possono leggere le etichette. Eppure il Regolamento 1169 del 2011 dice espressamente che le informazioni sugli alimenti debbono essere accessibili a tutti i cittadini inclusi quelli che hanno disabilità.
Si tratta di un problema molto serio che è ben presente all’Unione Italiana Ciechi, ma anche a un groppo di ricercatori del CREA, di aziende specializzate nei sistemi di tracciabilità degli alimenti, alcune strutture produttive e della distribuzione e al FOSAN (Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione umana). Proprio il FOSAN ha organizzato un Convegno “telematico” in cui sono state discusse le possibilità di accessibilità alle etichette anche da parte dei non vedenti.
Al momento esiste la possibilità di adottare il codice “Braille”, ma non è semplice “tradurre” tutte le informazioni riportate nelle etichetti degli alimenti di piccole dimensioni. Molto promettente sembra invece essere una etichetta che può essere letta e tradotta vocalmente tramite uno “smartphone”.
Le prospettive sono buone, è però necessario che le iniziative in atto siano conosciute e condivise da tutti i cittadini in modo da sostenere coloro che stanno portando avanti l’iniziativa sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista politico e di comunicazione.