‘Pacchetto Economia Circolare’, pionieristica riforma della disciplina europea di rifiuti e imballaggi, trova attuazione anche in Italia. Mediante quattro decreti legislativi, applicati già a decorrere dal 26 settembre 2020.
L’economia circolare esprime un modello economico ove i residui di produzioni e consumi vengono reintegrati nei cicli produttivi. In una logica di rigenerazione, riutilizzo e recupero delle risorse naturali. Viene richiamata in più passaggi, tra i Sustainable Development Goals (SDGs) in Agenda ONU 2030, quale criterio-guida per ridurre l’impatto antropico sull’ecosistema.
Il legislatore europeo ha definito precisi obiettivi di riciclo e di riduzione dei rifiuti da destinare a discarica:
– rifiuti urbani. Il tasso di riciclo dovrà raggiungere il 55% entro il 2025, il 60% nel 2030, il 65% nel 2035,
– rifiuti di imballaggi. Aumento del riciclo, fino a toccare il 65% nel 2025, il 70% entro il 2030. Con obiettivi diversificati per materiale,
– le discariche dovranno ricevere, entro il 2035, meno del 10% dei rifiuti.
In Italia vengono prodotti ogni anno circa 170 milioni di tonnellate di rifiuti. Il tasso di circolarità, sebbene più elevato rispetto alla media UE, rimane fermo al 17,1%. I rifiuti d’imballaggio rappresentano l’8% del totale, quelli urbani meno del 20%. Alla crescita di questi ultimi, negli ultimi anni, è tuttavia corrisposta la chiusura di diversi inceneritori.