Intervista con il direttore esecutivo dell’EFSA Bernhard Url.
1. Poiché esistono conclusioni scientifiche su quanto tempo sopravvive il coronavirus su alcune superfici, il cibo può essere il potenziale trasmettitore del coronavirus? Come mai?
Al momento non ci sono prove che il cibo sia una probabile fonte o via di trasmissione. La trasmissione è collegata al tratto respiratorio. Ciò significa che il virus si diffonde attraverso le goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce o starnutisce.
È vero che il coronavirus può sopravvivere sulle superfici per un tempo limitato. Una persona infetta può contaminare il cibo preparandolo o maneggiandolo con le mani sporche o attraverso goccioline infettive. Le normative sulla sicurezza alimentare negli Stati membri dell’UE garantiscono un elevato livello di protezione contro gli alimenti contaminati. Tuttavia non posso sottolineare abbastanza l’importanza di elevati standard di igiene, anche nelle nostre famiglie, quando prepariamo il cibo. L’igiene è fondamentale, non solo per prevenire COVID-19, ma per qualsiasi infezione di origine alimentare.
Inoltre, come con altri coronavirus noti, questo virus è sensibile alle temperature di cottura.
2. Quali esperimenti scientifici contribuiscono a tale conclusione?
Autorità come l’OMS o la Food and Drug Administration degli Stati Uniti concordano sul fatto che il cibo non è un veicolo per l’infezione in considerazione dello stato attuale delle conoscenze. L’esperienza di precedenti focolai di coronavirus correlati, come la SARS e la coronavirus della sindrome respiratoria mediorientale, mostra anche che la trasmissione attraverso il consumo di cibo non è avvenuta. Tuttavia, stiamo monitorando attentamente la letteratura scientifica per eventuali nuove e pertinenti informazioni.