C’è chi è vuol sapere la provenienza di tutto ciò che compra, chi non se ne cura perché non gli importa quanto il suo prosciutto cotto abbia viaggiato, chi non se ne preoccupa perché compra solo da fidati produttori locali. Fatto sta che tra qualche tempo l’etichetta degli alimenti dovrà contenere l’informazione sull’origine degli ingredienti. Pochi giorni fa il Senato ha approvato l’emendamento al Decreto Legge Semplificazioni che consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria con l’indicazione del luogo di provenienza geografica degli alimenti.
Attualmente è obbligatorio indicare l’origine dei derivati del pomodoro (pelati e concentrati), latte e derivati, riso, grano della pasta e pollo, mentre in tutta Europa, dal 2001 bisogna indicare l’origine di miele, uova e carne bovina, quest’ultima in seguito all’emergenza mucca pazza.
Questo provvedimento chiede di estendere l’obbligo di origine anche a prodotti a base di carne, latte, latticini, alimenti non trasformati e prodotti a base di singoli ingredienti (ad esempio farina o zucchero). Per ottenere questo risultato, l’Italia potrà chiedere deroga alla norma europea emanando singoli decreti. Questi passaggi attuativi richiederanno tempo per essere messi a punto e quindi solo tra qualche mese si potranno trovare sugli scaffali i prodotti con un’etichettatura più ampia e completa.
Una volta completato l’iter legislativo, diventa obbligatorio indicare l’origine, ad esempio, della frutta usata in succhi, marmellate e conserve, e quella della carne conservata e trasformata per esempio in salumi.