I giornali hanno riportato in questi giorni il caso eclatante della morte di 50 vacche da latte in Piemonte avvelenate da una sostanza riferibile al cianuro. La situazione si è presentata agli occhi degli allevatori in modo drammatico: bovini morti o morenti al pascolo e nella stalla con bava alla bocca o a terra in stato agonico e incapaci di rialzarsi. Le indagini dei veterinari aziendali, dell’Istituto Zooprofilattico di Torino e gli esami di laboratorio eseguiti da IZSLER presso il Laboratorio Nazionale di Riferimento per le tossine vegetali negli alimenti di Bologna, hanno confermato la presenza in quantità elevata di durrina nel sorgo somministrato agli animali. La durrina è un glicoside cianogenetico che viene idrolizzata dal metabolismo ruminale dando origine al letale acido cianidrico.
Le cause sono imputabili alla siccità, che da una parte avrebbe spinto gli allevatori all’utilizzo di foraggi più resistenti alla carenza di acqua, come il sorgo, e dall’altra proprio i fattori meteo-climatici di quest’anno avrebbero favorito una maggior produzione di questa tossina da parte del sorgo foraggero. Probabilmente i livelli di quest’anno sono tali da raggiungere frequentemente la dose letale causando l’avvelenamento delle vacche.
Il sorgo foraggero è molto usato in questo periodo nell’alimentazione dei bovini e la situazione maturata in un contesto ambientale comune a tutto il nord Italia si potrebbe ripetere con effetti altrettanto disastrosi. E’ importante che gli allevatori considerino nel contesto attuale di siccità, l’opportunità di utilizzare il sorgo, che rimane un foraggio ottimo, facendone valutare il contenuto in durrina prima della somministrazione come alimento per gli animali, impedire che gli animali abbiano accesso al sorgo come unico foraggio e tenere sotto controllo i propri animali facendo intervenire immediatamente il veterinario all’apparire dei primi sintomi.
Fonte:
Avvelenamenti dei bovini da sorgo foraggero, evento legato alla siccità