
In base all’ultimo aggiornamento del 24 gennaio 2025 dei dati sorveglianza RespiVirNet, il Sistema di Sorveglianza Integrata (epidemiologica e virologica) dei casi di sindromi simil-influenzali e dei virus respiratori, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con il sostegno del ministero della Salute, basata sui dati dei medici di Medicina generale, pediatri di Libera scelta e Laboratori di riferimento regionale per i virus respiratori, si legge che salgono ancora, ma con minore intensità, il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI).
Il livello d’incidenza in Italia è pari a 15,0 casi per mille assistiti (14,4 nella settimana precedente).
L’incidenza è in aumento solo nelle fasce di età pediatrica soprattutto nei bambini sotto i cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 34,2 casi per mille assistiti (25,3 nella settimana precedente). Stabile nei giovani adulti e negli anziani.
Maggiormente colpite le seguenti Regioni/PPAA: Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania.
Cosa mangiare o scartare quando si sta male? La regola base è leggerezza. Meglio una dieta varia ed equilibrata (come suggerisce Fondazione Veronesi), che rispetti sempre la stagionalità dei prodotti, arricchita da un maggiore apporto di frutta e verdura utile ad aumentare le difese dell’organismo potenziate da vitamine e sali minerali.
Occhio al miele! Molteplici studi hanno scoperto che il miele può ridurre la frequenza e la gravità della tosse notturna nei bambini, in alcuni casi meglio degli sciroppi per la tosse da banco. E una revisione di ricerche pubblicata nel 2020 ha suggerito che questo effetto benefico del miele potrebbe estendersi ad altri gruppi di età.
Attenzione però a non dare il miele ai bambini di età inferiore ai 12 mesi, però, perché potrebbe contenere batteri che possono causare un grave condizione chiamata botulismo infantile.
Come sottolinea l’Istituto Superiore Sanità nel suo speciale dedicato al Botulismo Infantile, è stato riconosciuto e descritto per la prima volta in California nel 1976 ed è causato dalla produzione di tossina nel lume intestinale di lattanti con età inferiore ad un anno.
Benché sia classificato come “malattia rara”, è la forma più frequente di botulismo negli USA ed in Argentina. In Italia, si registra mediamente un caso per anno.
E’ ormai diffusa tra le mamme e i pediatri la precauzione di evitare il consumo del miele in lattanti con età inferiore ad un anno per prevenire il botulismo infantile.
Pur essendo corretto adottare questa precauzione, è altresì utile considerare che questo prodotto naturale può essere consumato da ragazzi ed adulti senza rischio alcuno per la salute.
Il miele, essendo un prodotto naturale, può contenere le spore dei clostridi produttori di tossine botuliniche.
In questo prodotto, tuttavia, le spore non sono in grado di germinare, svilupparsi e produrre tossine. Sono pertanto pericolose solo per i lattanti con età inferiore ad un anno, in quanto il botulismo infantile è provocato dalle tossine botuliniche prodotte nel lume intestinale e non dalle tossine preformate negli alimenti.