L’Unione Europea garantisce livelli di sicurezza alimentare tra i più elevati al mondo, grazie ad una solida base legislativa a tutela dei consumatori. Un elemento chiave per assicurare un rapido scambio di informazioni tra i Paesi Membri, in caso di rischi per la salute umana e/o animale legati al consumo di alimenti e mangimi, è rappresentato dal sistema di allerta rapido.
Il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), ideato per la prima volta nel 1979 su proposta del Consiglio europeo, è stato istituito ufficialmente con il regolamento (CE) 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.
Il sistema RASFF, come definito dall’articolo 50 del regolamento 178/2002, è un sistema di allerta, sotto forma di rete, attivo 24 ore su 24, per la notifica di un rischio diretto o indiretto per la salute umana animale o per l’ambiente dovuto ad alimenti o mangimi. Negli anni il sistema di notifica è stato esteso anche ai rischi legati a materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (MOCA) e ai mangimi per animali da affezione (pet food), rispettivamente con il Regolamento (CE) 1935/2004 e il Regolamento (CE) 183/2005.
Nel corso dell’anno 2022 le notifiche pervenute attraverso il RASFF sono state 4339, a fronte delle 4588 del 2021, 3783 del 2020, 4000 del 2019, 3622 del 2018, 3759 del 2017, 2925 del 2016, 2967 del 2015.
Tra le 4399 notifiche del 2022, 1515 sono state le Border Rejection (pari al 34,9%), 1163 le notifiche di allerta (pari al 26,8%) che hanno riguardato prodotti distribuiti sul mercato e 1661 le notifiche di informazione (995 riguardano informazioni per attenzione e 666 informazioni per follow up). Complessivamente, 3888 notifiche hanno riguardato l’alimentazione umana, 233 l’alimentazione animale e 218 i MOCA.
L’Italia quest’anno ha trasmesso attraverso il RASFF 318 notifiche, pari al 7,3%, e risulta il quinto Paese membro per numero di segnalazioni inviate. I prodotti italiani oggetto di allerta europea sono stati 146 (172 nel 2021, 125 nel 2020 e 146 nel 2019).
Dall’analisi delle segnalazioni RASFF del 2022 si evidenzia che un elevato numero di notifiche riguarda la presenza di residui di pesticidi (1011), seguite da microrganismi patogeni (786) e dalle micotossine (495).
Tra i pesticidi si osserva una diminuzione delle notifiche per ossido di etilene e del suo metabolita 2-cloroetanolo rispetto all’anno 2021, con aumento significativo delle sostanze non autorizzate in Europa Chlorpyrifos e Chlorpyrifos-Methil.
Relativamente ai pericoli microbiologici, le salmonelle sono state riscontrate principalmente in pollame, frutta secca e semi, prodotti della carne ed erbe e spezie, mentre la Listeria monocytogenes principalmente in preparazioni a base di carne, prodotti a base di latte e in prodotti della pesca.
Le micotossine riguardano principalmente la presenza di aflatossine in frutta secca seguita da frutta e vegetali ed erbe e spezie.
Per quanto concerne le non conformità riscontrate nei prodotti di origine italiana le categorie di alimenti maggiormente notificati sono rappresentate dalla carne e prodotti a base di carne diversa dal pollame (20, pari al 13,7%), cereali e prodotti da forno (16, pari al 11%), latte e prodotti a base di latte (11, pari al 7,5%), molluschi bivalvi (10, pari al 6,8%), materie prime per mangimi (10, pari al 6,8%), frutta e vegetali (9, pari al 6,2%), frutta a guscio, prodotti a base di noci e semi (8, pari al 5,5%), carne fresca e prodotti a base di carne di pollame (8, pari
a 5,5%), prodotti dietetici e integratori alimentari (7, pari al 4,8%), ed infine i piatti pronti e snacks (7, pari a 4,8%).
Il maggior numero di irregolarità è dovuto a microorganismi patogeni (35, pari al 22,1%), altre contaminazioni microbiologiche (29, pari a 18,3%), allergeni non dichiarati in etichetta (13,pari al 8,2%), corpi estranei (10, pari al 6,3%), micotossine (10, pari al 6,3%), pericoli legati alla composizione (7, pari al 4,4%), fenomeni di migrazione (7, pari a 4,4%), residui di pesticidi (7, pari al 4,4%), metalli (6, pari al 3,8%), additivi ed aromatizzanti (5, pari al 3,1%).
Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero di notifiche ha riguardato Salmonella spp., Listeria monocytogenes ed Escherichia coli.