Il rapporto settimanale del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense – scrive The Guardian – ha rilevato che dal 27 aprile la produzione di carne bovina è diminuita di quasi il 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La produzione di carne suina è diminuita del 15%.
Un’analisi di USA Today e del Midwest Center for Investigative Reporting ha rilevato che almeno 4.400 lavoratori sono risultati positivi al virus in 80 stabilimenti, causando la chiusura di 28 stabilimenti per almeno un giorno.
Secondo l’United Food and Commercial Workers International Unions, almeno 20 lavoratori sono morti.
Donald Trump ha cercato di arginare l’incombente carenza firmando un ordine esecutivo che definisce gli impianti di confezionamento della carne “critici” e da tenere aperti.
Gli esperti legali, tuttavia, hanno detto che è improbabile che l’ordine possa frenare il declino, in quanto non obbliga i produttori di carne a rimanere in produzione e non dà ai datori di lavoro l’immunità dalle cause legali.
I timori per la carenza di carne hanno fatto sì che gli acquirenti cercassero alternative ai negozi di alimentari al dettaglio. I ristoranti e i venditori di generi alimentari hanno segnalato la carenza di carne, mentre i trasformatori si sono orientati verso la vendita diretta ai consumatori.
Gli acquirenti stanno facendo scorta, ma gli esperti avvertono che il panico dell’acquisto non farà che aggravare le carenze.