Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute sono ormai ben acclarati e riguardano problemi acuti e cronici, principalmente dell’apparato respiratorio e cardiovascolare (secondo le nuove linee guida dell’OMS all’inquinamento atmosferico sono associate globalmente circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui circa 400.000 in Europa). La qualità dell’aria, pertanto, e il suo monitoraggio sono sempre più importanti per la nostra salute e in questa direzione il ruolo ricoperto dalle api è ormai consolidato.
Per tali motivi sta partendo in questi giorni Bees for Integrated Air Quality Monitoring (Api per il monitoraggio integrato della qualità dell’aria) l’innovativo progetto di monitoraggio integrato per valutare la qualità dell’aria in un sito industriale nella zona ovest della città di Ravenna, che vede coinvolto il CREA centro di Agricoltura e Ambiente e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’Alma Mater, Università di Bologna. Si tratta della prima iniziativa di questo tipo nella città romagnola, che prevede l’integrazione delle tecniche di campionamento e analisi chimica degli agenti inquinanti, dal punto di vista ambientale, sanitario e olfattivo, con il bio-monitoraggio, effettuato con le api, nelle aree di interesse. Durerà fino a marzo 2024.
È ormai ampiamente riconosciuta, infatti, la funzione delle api come indicatori biologici, in grado di mostrare il deterioramento dell’ambiente in cui vivono attraverso tre segnali: l’alta mortalità, i disturbi dello sviluppo demografico della colonia e i residui che si possono riscontrare nei loro corpi o nei prodotti dell’alveare. Nel dettaglio, verranno utilizzati sei alveari, tre per ognuna delle due postazioni di monitoraggio individuate.