
Si è conclusa a Nizza la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (Unoc3), con la partecipazione di oltre 170 Paesi che hanno sottoscritto una dichiarazione politica dal titolo “Il nostro oceano, il nostro futuro: uniti per agire con urgenza”.
Il documento richiama gli accordi di Parigi e Kunming-Montreal, ma evita di menzionare i combustibili fossili. Tra i risultati più concreti, l’annuncio che 50 Stati – insieme all’Unione Europea – hanno ratificato il Trattato sull’Alto Mare, vicino quindi alla soglia delle 60 ratifiche necessarie per entrare in vigore. Il trattato mira a tutelare il 30% delle acque internazionali.
La Polinesia francese ha inoltre istituito l’area marina protetta più vasta al mondo, 4,8 milioni di km².
Resta forte l’opposizione al deep sea mining (estrazione mineraria dai fondali marini), sostenuta da Macron e Guterres.
Intanto avanzano i negoziati su un trattato globale contro la plastica, attesi ad agosto a Ginevra. Nasce infine il “Nice Ocean Action Plan”, una roadmap ambiziosa ma non vincolante, mentre resta irrisolto il tema cruciale delle risorse economiche.