
Soluzioni per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDSN) è un’organizzazione no-profit creata nel 2012 dalle Nazioni Unite per promuovere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile a livello nazionale e internazionale. Nel 2022, la SDSN conta oltre 1.700 membri in 50 reti in 144 paesi.
Il nuovo Europe Sustainable Development Report 2025, pubblicato a fine gennaio mette in luce il rallentamento dei progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) in Europa e richiama una presa di coscienza urgente da parte dei vertici dell’Unione Europea.
Secondo il sesto rapporto, che analizza lo stato di avanzamento in 41 paesi — comprendenti i 27 membri dell’UE, nove paesi candidati, quattro stati dell’Accordo di Libero Scambio Europeo e il Regno Unito — il ritmo di progresso degli SDGs nel periodo 2020-2023 ha registrato un incremento di soli 0,8 punti, ben al di sotto dei 1,9 punti ottenuti nel periodo precedente (2016-2019). Questa flessione è esemplare anche nelle regioni più avanzate dell’Europa occidentale e settentrionale, dove alcuni indicatori socio-economici mostrano segnali di regressione.
Il rapporto sottolinea, inoltre, le persistenti sfide ambientali e in termini di biodiversità, con particolare attenzione al sistema agroalimentare. Un nuovo studio, realizzato in collaborazione con il Comitato Economico e Sociale Europeo (EESC), evidenzia come il passaggio a diete più sane debba diventare una priorità per trasformare il sistema agroalimentare europeo, migliorare la salute pubblica e favorire la mitigazione dei cambiamenti climatici.
In linea con questa visione, il rapporto individua quattro priorità strategiche per la leadership dell’UE nel periodo 2024-2029:
- Incrementare gli investimenti in energia pulita e tecnologie digitali, per favorire una transizione industriale sostenibile
- Rafforzare le misure a sostegno delle politiche sociali per mitigare gli effetti dell’inflazione e delle tensioni geopolitiche
- Contrastare gli impatti negativi di un consumo insostenibile, promuovendo diete più salutari e sostenibili
- Sfruttare la diplomazia legata agli SDGs e al Green Deal per riformare l’architettura finanziaria globale
Un ulteriore elemento critico evidenziato riguarda gli effetti spillover negativi generati dall’UE, dovuti soprattutto a catene di approvvigionamento internazionali e consumi non sostenibili. Questi impatti, quantificati in una quota significativa della “footprint” complessiva, sottolineano l’urgenza di riforme strutturali.
Il report si conclude con un appello ai tre pilastri della leadership europea – Commissione, Consiglio e Parlamento – affinché rilascino una dichiarazione politica congiunta per riaffermare l’impegno dell’UE verso gli SDGs, e alla Commissione di pubblicare una seconda Voluntary Review prima del vertice ONU sugli SDGs del 2027.