Lo scorso 16 aprile Rasmus Prehn, ministro per il Cibo, l’agricoltura e la pesca della Danimarca ha annunciato un’iniziativa che pone il paese all’avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici: lo stanziamento di 1,2 milioni di euro per finanziare lo studio di un’etichetta ambientale degli alimenti, nell’ambito di un progetto che durerà fino alla fine del 2022. Di questo genere di etichette che indicano l’impatto ambientale si parla da tempo, e al momento sono in corso diverse sperimentazioni, ma nessun paese, finora, aveva mai tradotto le intenzioni in gesti concreti, sponsorizzati dai governi.
Lo fa ora la Danimarca, per venire incontro al desiderio dei cittadini di fare scelte più green che è stato espresso da sei danesi su dieci in un recente sondaggio pubblico. L’iniziativa si inserisce in un solco che ha già vissuto alcuni passaggi importanti.
Per esempio, l’anno scorso per la prima volta l’impronta della CO2 è entrata a far parte delle linee guida nutrizionali, con l’invito ad aumentare il consumo di alimenti vegetali e a diminuire quello di carne. Secondo i calcoli fatti, se i danesi di età compresa tra i 6 e i 64 anni seguissero quelle linee guida, potrebbero diminuire la propria impronta di carbonio tra il 31 e il 54%.