La Commissione europea ha pubblicato i risultati di un controllo coordinato dalla direzione generale della salute e della sicurezza alimentare in 21 Stati membri dell’Ue, cui si sommano Svizzera e Norvegia.
Il Centro comune di ricerca europeo ha eseguito quasi 10mila analisi, realizzando la più grande indagine finora realizzata sull’autenticità di erbe e spezie culinarie. Ne è emerso un quadro che desta preoccupazione, caratterizzato da pratiche illegali, frodi e mancata conformità dei prodotti rispetto alle descrizioni fornite sulle etichette.
In media ben il 17% delle erbe e delle spezie analizzate sono sospettate di essere adulterate. L’origano è in pole position, con dubbi di manipolazioni su quasi il 50% dei campioni, realizzate per lo più con l’aggiunta di foglie di oliva. A seguire il pepe (17% dei campioni), il cumino (14%), la curcuma e lo zafferano (11%), mentre paprika e peperoncino si bloccano al 6%.
Nella complessa catena di approvvigionamento sono state rilevate diverse tipologie di manipolazioni fraudolente, applicabili in ogni fase del processo, dalla lavorazione, alla spedizione, fino all’accesso sul mercato. Le alterazioni più comuni riguardano l’aggiunta di ingredienti, additivi, coloranti o altri componenti non approvati.
Talvolta gli ingredienti inseriti sono autorizzati, ma la comunicazione è fatta per trarre in inganno il consumatore, rispetto ad esempio alla dose presente. Infine vi sono i casi in cui sono state omesse o rimosse componenti essenziali, ad esempio nel caso di erbe esaurite, di materiale disoleato o sgrassato. Gran parte dei campioni sospetti contiene materiale vegetale non dichiarato. Coloranti non autorizzati sono stati rilevati solo nel 2% dei casi, mentre un campione conteneva un alto livello di cromato di piombo. Grazie a questo studio, le autorità di ispezione alimentare intendono indirizzare meglio le attività di controllo per combattere le frodi alimentari e scoraggiare le pratiche fraudolente, affinché ne beneficino sia le imprese oneste che i consumatori europei.