Il rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) evidenzia un aumento dei casi di influenza aviaria in Europa nel trimestre finale dell’anno, con un incremento nei volatili selvatici e domestici rispetto al periodo precedente.
La maggior parte dei casi è stata rilevata nell’Europa centro-meridionale, in aree con una alta densità di allevamenti di pollame, dove il virus A(H5N5) si è diffuso ampiamente tra le specie di uccelli.
Non sono stati riportati nuovi casi tra i mammiferi.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) segnala un rischio basso per la popolazione generale, ma da basso a medio per chi lavora con animali infetti o in ambienti contaminati.
Gli Stati Uniti stanno assistendo a un’impennata significativa di casi tra le bovine, con più di 800 allevamenti colpiti in 16 Stati. La maggior parte dei casi è stata segnalata in California, dove il virus è stato recentemente riscontrato anche in due lotti di latte crudo venduti al dettaglio. Inoltre il ceppo virale A (H5N1), diverso da quello che colpisce i bovini, è stato individuato per la prima volta nei suini nell’Oregon, in un allevamento misto di bestiame e pollame. Il dato è preoccupante, in quanto i suini possono venire co-infettati da diversi tipi di virus influenzali che potrebbero adattarsi e diffondersi ad altre specie.