Nel mondo, circa 3 milioni di persone muoiono ogni anno a causa del consumo dannoso di alcol – una persona ogni 10 secondi – che rappresentano il 5% di tutti i decessi. In particolare, il 13,5% di tutti i decessi nella fascia d’età 20-39 anni sono legati all’alcol. Nonostante i rischi per la salute, i controlli sulla commercializzazione (marketing) dell’alcol non sono presenti o le regolamentazioni non vengono applicate a sufficienza.
Il rapporto “Reducing the harm from alcohol – by regulating cross-border alcohol marketing, advertising and promotion: a technical report – Ridurre i danni causati dall’alcol – regolando il marketing, la pubblicità e la promozione transfrontaliera dell’alcol: un rapporto tecnico” pubblicato dall’OMS il 10 maggio 2022 descrive e denuncia dettagliatamente il modo in cui la commercializzazione delle bevande alcoliche valica i confini nazionali aggirando le normative esistenti nei singoli Stati riceventi, usando come nuova risorsa i mezzi digitali disponibili per la diffusione sui social network – o comunque nelle realtà di aggregazione e le piazze virtuali del web – per rendere più appealing il valore dell’alcol e del bere, in particolare tra i giovani e le donne.
L’OMS descrive per la prima volta in maniera esaustiva tutte le lacune nella regolamentazione della commercializzazione di alcolici a livello transfrontaliero e si aggiunge ai numerosi e recenti documenti e webinar internazionali sui conflitti d’interesse che minano la realizzazione di strategie di salute pubblica, sul marketing, sull’etichettatura prodotti dall’OMS in collaborazione e con la partecipazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’ISS. Si tratta di materiali ed eventi in cui viene sottolineato come la strategia, non ancora messe in atto, di limitazione della commercializzazione dell’alcol sia una delle politiche economicamente più vantaggiose per ridurne il consumo e il carico di malattia alcol-attribuibile (“best buy“) e richiami l’attenzione sulla necessità di una regolamentazione efficace che includa anche il marketing digitale in continua espansione.
Quasi la metà delle Nazioni nel mondo non ha regolamentazioni per il marketing dell’alcol su internet e sui social. In Italia, come altrove, l’assenza di norme garantisce la promozione incontrollata delle bevande alcoliche, spesso finanziata anche da fondi pubblici, rivolta a un’audience universale che il web non può controllare che sia limitata al target adulto, escludendo con certezza i minori. Secondo l’OMS, i produttori di bevande alcoliche stanno aumentando le loro vendite sia attraverso la sponsorizzazione di eventi sportivi, sia spingendo il posizionamento delle bevande alcoliche in film, serie televisive e fiction popolari e di ampio ascolto.
Il rapporto descrive l’alcol come un bene di consumo che desta preoccupazione per la salute pubblica e attira l’attenzione sugli studi e le ricerche che dimostrano che la commercializzazione ne aumenta il consumo e lo fa, in particolare, nei target più vulnerabili e che spesso attira in maniera maggiore i consumatori dannosi.