Presentata l’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2021 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, edizione orientata a descrivere la situazione della nuova realtà post Covid.
A costruire il rapporto Coop, un lungo elenco di società esperte, un gruppo di circa 1500 persone e circa 1000 appartenenti alla variegata costellazione di Coop Italia.
L’economia sembra ripartire e il Piano nazionale ripresa resilienza (PNRR) sta generando molte aspettative e speranze.
Il ritorno alla crescita (in Italia e nel mondo) ripropone con forza la stringente necessità di una grande rivoluzione verde a livello globale (44 sono i paesi che si sono impegnati con leggi, protocolli, documenti nel 2021 rispetto ai 22 di appena 2 anni fa), sembra, anzi, oramai esaurirsi il tempo a disposizione. Lo scetticismo nella possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati in fatto di inquinamento e cambiamento climatico va di pari passo con la consapevolezza che proprio il rispetto dell’ambiente e l’innovazione sono oramai le priorità irrinunciabili dello sviluppo futuro.
Riguardo alle propensioni d’acquisto, sembrerebbe che la gente senta fortemente la responsabilità di contribuire al contenimento del surriscaldamento del pianeta e abbia voglia e fretta di fare la sua parte acquistando merci e prodotti concepiti in un’ottica di vera sostenibilità ambientale e sociale.
Come si legge nell’anteprima del rapporto: “Specchio e metafora dei cambiamenti degli italiani, il cibo esce profondamente trasformato dalla pandemia e si colora di verde”. 1 italiano su 2 ha infatti cambiato le proprie consuetudini alimentari, il 23% indulgendo nel conforto alimentare e il 15% approfittandone per una dieta più equilibrata e salutare. Se solo il 18% non si riconosce in alcuna cultura alimentare e il 24% fa riferimento solo alla dieta mediterranea, oltre la metà degli italiani si riconosce anche o esclusivamente in altre identità alimentari (bio, veg&veg, gourmet, iperproteici e low carbs). La vera novità del 2021 è però la comparsa della nuova tribù dei climatariani, ovvero di coloro (1 italiano su 6) che dichiarano di adeguare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.
L’ambiente è diventato fondamentale per molti italiani: l’88% associa al cibo il concetto di sostenibilità, che significa per il 33% avere un metodo di produzione rispettoso, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera, e per il 9% di responsabilità etica.