Le campagne di educazione alimentare partono dall’assunto che il consumo eccessivo di cibi di origine industriale sia correlato a una maggiore probabilità di sviluppare fattori di rischio (ipertensione, ipercolesterolemia, obesità) o malattie (diabete, sindrome metabolica) in grado di minare la salute.
Ma ora inizia a insinuarsi un altro dubbio: quello che il frequente consumo di alimenti troppo lavorati induca anche a mangiare di più. Maggiore quantità e minore qualità del cibo: il binomio è quanto di più insidioso possa esserci per l’uomo.