I biostimolanti rappresentano una delle innovazioni più promettenti in olivicoltura, sotto diversi aspetti. Per stimolare la difesa naturale delle piante – di grande attualità nell’era di Xylella fastidiosa subsp. pauca, già approfondita (1,2) – nonché ridurre gli input e ottimizzare l’utilizzo delle risorse.
Studi sperimentali su prodotti a base di alghe, microalghe e florotannini – nonché altri, di origine animale – hanno mostrato risultati apprezzabili in termini di resa e qualità della produzione (olive e olio extravergine di oliva).
Questo approccio risulta di particolar utilità anche ai fini della conversione degli uliveti al sistema di agricoltura biologica. E più in generale al mantenimento e lo sviluppo dell’agroecologia, su questa e altre colture, (2) in condizioni di sostenibilità economica.