L’aumento dell’uso di pesticidi è una delle principali cause della riduzione della salute delle api, della biodiversità degli insetti e minaccia l’impollinazione negli ecosistemi naturali e agricoli. Per affrontare questo problema, un team di ricerca internazionale ha quindi valutato gli effetti a lungo termine di un nuovo pesticida, il flupyradifurone, che viene commercializzato come relativamente “sicuro per le api”.
In uno studio appena pubblicato su Communication biology, una rivista del gruppo editoriale Nature, un team internazionale di ricercatori, coordinato dal Prof. Simone Tosi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino, ha sviluppato e proposto un nuovo metodo per la valutazione del rischio che riduce la sottovalutazione dei rischi a lungo termine dei pesticidi, garantendo una maggiore protezione per gli insetti impollinatori.
Il flupyradifurone (il principio attivo di Sivanto®) è un insetticida neurotossico sistemico di nuova generazione, registrato per la prima volta nel 2014, che può essere utilizzato per controllare una varietà di parassiti su più colture. Il flupyradifurone può essere utilizzato su colture in fiore anche quando sono visitate dalle api. Tuttavia, gli studi che hanno valutato la sua sicurezza per gli impollinatori si sono focalizzati sui potenziali impatti letali e a breve termine. Le api possono però essere esposte ai pesticidi che contaminano sia il polline che il miele per lunghi periodi di tempo, anche vari mesi. Inoltre c’è da considerare che, anche se le api non muoiono immediatamente, l’esposizione a tali pesticidi può causare alterazioni comportamentali che riducono la vita e la salute degli individui e dell’intera famiglia di api. Le ramificazioni degli effetti ambientali di molti dei pesticidi più comunemente impiegati al mondo possono quindi essere gravemente sottovalutate.