C’è un altro braccio di ferro fra l’Ue e l’Italia, che ha appena visto incassare l’ennesimo duro colpo da parte della politica e delle associazioni di categorie italiane.
La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha infatti appena adottato, con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni, una proposta di regolamento che mira a rendere il packaging in Europa più facile da riutilizzare, con lo scopo di ridurre tutti gli imballaggi inutili e i rifiuti prodotti nel Vecchio Continente.
La proposta sul PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation) fra un mese passerà alla votazione da parte dell’Assemblea plenaria per poi iniziare i negoziati finali con il Consiglio Ue. Se a molti Paesi, come la Germania, questa proposta piace per l’idea di puntare fortemente sul riuso e il recupero di materiali, all’Italia campione di riciclo (basta vedere i dati molto positivi dei consorzi della plastica, oppure della carta da macero rilanciati da Unirima), l’idea di un nuovo cambio delle regole che porterebbero svantaggi a commercio e associazioni di categoria non piacciono per niente.
Per comprendere lo scopo del nuovo regolamento bisogna partire da un fatto: generiamo troppi rifiuti da imballaggio. L’Ue è passata da 66 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da imballaggio nel 2009 a circa 84 milioni di tonnellate nel 2021, anno in cui ogni europeo ha generato in media 188,7 kg di rifiuti di imballaggio all’anno, cifra che secondo le proiezioni, senza misure di freno, aumenterà a 209 kg nel 2030. Per porre uno stop drastico a questa avanzata l’Ue propone dunque di puntare di più sul riuso, il recupero e il riciclo dei materiali.
L’idea è una riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica che sia graduale: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040.
Inoltre i vari imballaggi dovranno diventare per lo più riutilizzabili, garantendo ad esempio un numero minimo di riutilizzo che verrà deciso nei prossimi incontri. Per quanto riguarda ristoranti e caffè (settore HORECA) i distributori finali di cibi e bevande da asporto dovranno garantire ai consumatori la possibilità di portarsi il proprio contenitore.
Fra i punti chiave della proposta di regolamento c’è anche quello che gli eurodeputati vogliono vietare l’uso di PFAs e le sostanze chimiche per sempre (forever chemicals) che possano essere a contatto con gli alimenti. Infine, altro passaggio importante, è la proposta della Commissione Ambiente di garantire per i vari Paesi membri una raccolta differenziata al 90% dei vari materiali da imballaggio (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.
L’opposizione italiana alla norma sul packaging è nota da tempo: la visione di chi si oppone è infatti quella che il nostro Paese abbia speso risorse e impegno nel puntare sul riciclo, di cui oggi va fiera, e con le nuove norme si ritroverebbe davanti a politiche di riuso che potrebbero penalizzare diversi settori, dalla ristorazione alla distribuzione.