Una nuova ricerca rivela come un’adeguata regolazione cellulare del trasporto di zinco e rame nel corso dell’invecchiamento sia fondamentale per mantenere un buono di stato di salute e un’elevata qualità di vita.
Con l’avanzare dell’età, il nostro aspetto cambia; questa trasformazione, tuttavia, non avviene solo a livello cutaneo, tanto che l’invecchiamento colpisce ogni cellula del nostro corpo.
«La velocità con cui invecchiamo può essere in parte determinata da fattori genetici, ma è anche influenzata dall’efficienza con cui le cellule regolano nutrienti essenziali come lo zinco e il rame», spiega Irina Korichneva, docente di fisiologia cellulare presso l’Università Picardie Jules Verne. Microelementi quali lo zinco e il rame vengono assorbiti dagli alimenti di cui ci nutriamo e sono utilizzati in ogni cellula per migliaia di funzioni diverse.
Avvalendosi di una tecnologia all’avanguardia, i ricercatori hanno approfondito dettagliatamente i processi molecolari dell’omeostasi dello zinco e del rame a diversi livelli cellulari. Ad esempio, per identificare i cambiamenti legati all’età nei trasportatori e nei canali dei minerali in traccia, il progetto ha analizzato i flussi ionici nelle cellule vive in tempo reale.
Il progetto, che ha ricevuto sostegno dal programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, ha utilizzato anche l’imaging a raggi X al sincrotrone per visualizzare gli elementi all’interno delle cellule secondo una risoluzione nanometrica. Inoltre, la modifica genetica di molecole chiave ha contribuito a svelare i meccanismi molecolari che modulano l’omeostasi dello zinco e del rame.
Questa intensa ricerca ha confermato che i livelli di zinco e rame, in effetti, cambiano con l’avanzare dell’età. Inoltre, lo studio ha messo in evidenza il potenziale impatto esercitato da tale cambiamento sullo stato di salute generale. Ad esempio, i dati hanno dimostrato che la disregolazione di questi metalli può comportare l’insorgenza di disturbi cardiovascolari, deterioramento delle funzioni cerebrali e cancro.Sulla base di queste scoperte, i ricercatori hanno determinato alcuni biomarcatori utili per rilevare l’effetto dell’invecchiamento sull’omeostasi dello zinco e del rame nel corpo. La ricerca apre inoltre le porte allo sviluppo di nuovi farmaci che potrebbero bersagliare le proteine trasportatrici e contribuire a regolarne la funzione, migliorando in tal modo il controllo omeostatico di questi metalli essenziali.