L’importanza di mantenere un flusso d’aria di alta qualità per limitare la trasmissione di Sars-CoV-2 in spazi di lavoro ristretti è messa in evidenza dall’indagine su un focolaio in un impianto tedesco di lavorazione della carne che si è verificato a maggio e giugno 2020.
Lo studio, pubblicato su EMBO Molecular Medicine, ha rilevato che l’epidemia ha avuto origine da un singolo lavoratore nella linea di produzione della carne. Ha anche concluso che in quegli spazi ristretti in cui l’aria non filtrata viene fatta ricircolare a bassi tassi di ricambio d’aria esterno, la trasmissione di Sars-CoV-2 può avvenire su distanze di almeno otto metri.
Melanie Brinkmann della Technische Universität Braunschweig e Helmholtz Center for Infection Research in Germania, e Nicole Fischer dello University Medical Center Hamburg-Eppendorf e Adam Grundhoff dell’Heinrich Pette Institute for Experimental Virology di Amburgo, sempre in Germania, insieme a un gruppo di altri ricercatori, hanno condotto un’indagine multifattoriale nel più grande impianto di lavorazione della carne della Germania nello stato del Nord Reno-Westfalia, dove si è verificata un’epidemia. Hanno tracciato gli eventi a partire da un focolaio iniziale a maggio, seguito da un numero crescente di casi, culminati in oltre 1.400 positivi identificati dalle autorità sanitarie il 23 giugno.
L’indagine sulla tempistica degli eventi infettivi, la relazione spaziale tra i lavoratori, le condizioni climatiche e di ventilazione, la condivisione di alloggi e trasporti, e i genotipi completi di Sars-CoV-2, hanno dimostrato che un singolo dipendente ha trasmesso il virus a più del 60% dei colleghi a una distanza di otto metri.