Da subito l’applicazione del cosiddetto Deflusso minimo vitale (Dmv) estivo, che consentirà a Consorzi di bonifica, aziende agricole e privati – titolari di concessioni – di prelevare e accumulare più acqua in caso di precipitazioni e possibilità di riempire i canali per uso ambientale oltre i volumi concessi per uso irriguo. Il provvedimento sarà approvato nella prossima seduta di giunta.
Nel corso dell’incontro del 16 marzo è stata restituita la fotografia della situazione meteo-idro-climatica che vede la parte occidentale della regione in sofferenza a causa delle scarse piogge invernali, con invasi quasi vuoti e livelli del Po bassissimi. È stato inoltre fatto il punto sullo stato di avanzamento degli interventi realizzati grazie alle risorse assegnate dal Governo per far fronte all’emergenza siccità 2022 in Emilia-Romagna (la regione che ha avuto più aiuti, quasi 10 milioni e 700mila euro): 49 interventi, oltre il 61%, sono già conclusi, 22 in fase avanzata e 7 in affidamento.
Nella scheda di approfondimento si legge:
Temperature elevate (con una media regionale che ha registrato il nuovo valore più alto dal 1961) e piogge scarse, soprattutto nella parte occidentale della regione. Portate dei fiumi esigui, livelli acquiferi delle falde bassi, situazione non ottimale degli invasi.
Queste le motivazioni che hanno portato ad anticipare l’applicazione del Deflusso minimo vitale (Dmv) estivo. Ciò consentirà ai Consorzi di bonifica e alle aziende agricole di prelevare e accumulare più acqua in caso di precipitazioni, senza arrecare danno agli ecosistemi, poiché le portate attualmente presenti nei corsi d’acqua regionali sono analoghe a quelle tipiche del periodo estivo.
Per Deflusso minimo vitale si intende la quantità minima di acqua che contribuisce a garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche e chimico-fisiche dei corsi d’acqua e dei fiumi, nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Quando viene fatto un prelievo da un corso d’acqua, va comunque garantita sempre la presenza di un quantitativo minimo necessario.
Per quanto riguarda il Piano degli interventi nel settore idropotabile, è in fase di redazione grazie alla collaborazione con Atersir e i gestori del servizio idrico integrato.
Una volta inviato al Dipartimento nazionale di Protezione civile sarà quest’ultimo che, con un’apposita ordinanza, stanzierà i fondi per gli interventi ritenuti ammissibili. Interventi per la distrettualizzazione e il miglioramento degli acquedotti, il potenziamento delle condutture, l’interconnessione idraulica, nuovi pozzi e efficientamento dei serbatoi: alcuni di questi troveranno spazio nel nuovo Piano.
Il meteo nel 2022 e a inizio 2023
Il 2022 ha visto piogge eccezionalmente basse come quantità: sono caduti complessivamente circa 670 mm d’acqua rispetto ai circa 900 mm di media registrati nel periodo 1991-2020. È stato tra i 5 anni più siccitosi a partire dal 1961 (con 1983,1988, 2011, 2021).
Da ottobre 2022 le precipitazioni risultano particolarmente inferiori nell’area occidentale della regione dove persistono, seppur localmente, deficit fino al 50%. Nelle aree più orientali e nella pianura delle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini sono presenti invece anomalie positive anche del 25%.
La temperatura media regionale del 2022, 14.1°C, è il nuovo valore più elevato dal 1961. Luglio in particolare è stato il secondo più caldo dal 1961, dopo il 2015, con massime di +3.3 °C superiori al clima recente.
Anche il 2023 è iniziato con la temperatura eccezionale di 8.6 °C medi regionali il 1° gennaio: il valore più elevato dal 1961, con uno scostamento di +6 °C rispetto ai 2.6 °C del clima 1991-2020. Da inizio anno, le temperature hanno superato di 1,8° la media dell’ultimo trentennio. A marzo in gran parte della regione le anomalie di temperatura massima rispetto al clima sono state comprese tra i 3 e i 4 °C.
Critico il bilancio idroclimatico in tutta la pianura e nella fascia collinare, soprattutto nella pianura centro occidentale e in provincia di Piacenza, dove i valori sono inferiori alla norma anche dell’80%. Fanno eccezione i crinali e l’area romagnola dove, al contrario, si rileva un dato lievemente positivo.
La situazione di fiumi e invasi
Le piogge cadute non hanno incrementato le portate dei fiumi, che sono in diminuzione. Le medie mensili sono inferiori al periodo e confrontabili con i minimi storici nel territorio emiliano, confrontabili o superiori alle medie del periodo nel territorio romagnolo.
Per quanto riguarda il fiume Po, le portate medie mensili risultano prossime ai minimi storici del lungo periodo. Le condizioni più critiche si registrano nel tratto piacentino, nei rami del delta del Po di Goro la lunghezza di risalita del cuneo salino è stimata tra i 13 e 15 chilometri.
I livelli delle falde, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, risultano in generale più bassi in tutto il territorio a causa di un generale effetto di scarsa ricarica nell’autunno 2022, dovuto alle scarse precipitazioni. Se nel 2022 nessuna falda era in stato critico, oggi lo sono il 6,2%.
Per quanto riguarda gli invasi, la situazione rispecchia quello che è stato l’andamento delle precipitazioni. Si parte dal migliore, la Diga di Ridracoli, piena al 100% che al momento sta tracimando acqua (2 metri cubi al secondo); segue Suviana, con un riempimento all’89%; poi la Diga di Mignano, con il 75% circa e infine Molato, con un riempimento solo al 13,7%.