Rapporto One-Health sulle zoonosi nel 2019 nell’Unione Europea
A fine febbraio 2021 con un leggero ritardo rispetto alla consueta uscita annuale, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato il rapporto annuale sulle zoonosi, agenti zoonotici e sui focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare, relativo ai dati raccolti nel 2019, da 36 Paesi europei (28 Stati membri UE e 8 non-membri).
Nell’uomo, le infezioni da Campylobacter spp. si confermano la malattia più frequentemente riportata, rappresentando da sole il 50% di tutte le segnalazioni (220.682 casi confermati). Seguono le infezioni da Salmonella spp. (87.923 casi confermati), da Escherichia coli produttore di Shigatossina (STEC) (7775 casi confermati) e da Yersinia enterocolitica (6961 confermati).
Listeriosi (2621 casi confermati) e infezioni da West Nile virus (WNV, 443 casi) sono le zoonosi che danno esiti più gravi: quasi tutti i casi confermati hanno richiesto l’ospedalizzazione e il decesso è avvenuto in 1 caso di listeriosi su 5 e in 1 caso di WNV su 10.
Il rapporto EFSA-ECDC riporta inoltre dati su zoonosi non prioritarie in UE, il cui monitoraggio varia da Paese a Paese in funzione della situazione epidemiologica quali Toxoplasma gondii, rabbia, Coxiella burnetii (febbre Q), e tularemia.
Nel 2019, 27 Paesi dell’Unione europea hanno segnalato 5175 focolai epidemici di origine alimentare responsabili di 49.463 casi, 3859 ricoveri ospedalieri e 60 decessi (venti in più rispetto al 2018, +50%). Nei focolai epidemici, Salmonella è l’agente maggiormente identificato (926 focolai) ed è anche quello che ha richiesto il maggior numero di ricoveri (1915). Le principali fonti di infezione sono state “uova e prodotti a base di uova”, seguiti da “prodotti da forno”, “carne di maiale e prodotti derivati” e “alimenti composti”.
Listeria monocytogenes è l’agente infettivo più dannoso: da solo è stato responsabile di oltre la metà dei decessi registrati in corso di epidemia (31 casi, 10 in più rispetto al 2018 e 29 in più rispetto al 2017).