Se non un ulteriore rinvio, quanto meno un compromesso appare possibile. Entro il 3 luglio il governo italiano è chiamato ad approvare il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea Sup (Single use plastic), adottata due anni fa con l’obiettivo di combattere l’inquinamento derivante dalla dispersione nell’ambiente degli oggetti di plastica nell’ambiente. Per Bruxelles si tratta di un passo storico nella lotta all’inquinamento dei mari, visto che l’80% dei rifiuti marini è costituito da materiali plastici.
Da qui la decisione di mettere al bando prodotti monouso come bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, ma anche tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso, per i quali esistono sul mercato alternative economicamente accessibili che non sono di plastica.
Per l’Italia, che è il primo produttore di plastica in Europa, questo vorrebbe dire un impatto non secondario a livello industriale e occupazionale. “Le linee guida sulla direttiva chiudono di fatto un intero settore industriale”, ha scritto su Twitter il presidente Carlo Bonomi. Da qui i tentativi di mediazione in atto, che potrebbero portare all’adozione di criteri attenuati. Intanto, quanto ai cittadini occorre ricordare come gli oggetti confezionati prima dell’entrata in vigore della direttiva potranno restare sugli scaffali, fino allo smaltimento delle scorte.