L’acquacoltura sostenibile parte anche dalla scelta dei mangimi
L’acquacoltura italiana continua a dimostrarsi un settore sempre più sostenibile con strategie produttive amiche dell’ambiente e più misurabili, grazie a ingenti sforzi del settore privato e pubblico, e questo è strategico oltre che obbligatorio per rispondere alla crescente domanda della popolazione nazionale e mondiale.
Ma quanto incide la Filiera Agroalimentare sull’inquinamento globale?
“Il sistema alimentare globale è responsabile per circa il 25 per cento delle emissioni globali” si legge in un dossier Oxfam.
Di conseguenza la riduzione dell’impronta carbonica è uno dei modi più efficaci con cui le aziende del settore produttivo possono affrontare la sfida del cambiamento climatico.
Nonostante che l’acquacoltura sia una delle forme di produzione animale più sostenibili sono numerose le fake news e i dubbi dei consumatori a tale riguardo anche “agevolati” dalla mancanza di una normativa così specifica su questa materia e dei relativi controlli ufficiali.
Negli allevamenti di pesce sicuramente un punto chiave per ridurre l’impatto ambientale è intervenire sul mangime e le soluzioni pratiche più innovative e in essere consistono in diversi e intelligenti escamotage che permettono sia di mantenere alta la qualità e la redditività del mangime, sia di ridurre gli sprechi che minacciano di impattare sull’ambiente, ad esempio:
ingredienti innovativi: utilizzo di alghe ed insetti come integrazione/sostituzione delle fonti proteiche;
farine ed oli di pesci che hanno ottenuto riconoscimenti e certificazioni che garantiscono il minor impatto ambientale;
ingredienti a Km 0, o quasi, riducendo, quindi, l’inquinamento dovuto ai mezzi di trasporto;
sfruttamento dei crediti di carbonio finalizzati a supportare/ finanziare dei progetti internazionali di sviluppo sostenibile per garantire benefici sociali, economici ed ambientali su scala globale.
La Regione Emilia Romagna ha stanziato oltre 4,3 milioni di euro per il 2020 nell’ambito del Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca con “l’obiettivo di promuovere una serie di interventi mirati alla crescita e lo sviluppo favorendo il passaggio ad un’economia a bassa emissione di carbonio”.
Riassumendo si può dire che si presentano molte sfide per quanto riguarda la produzione di alimenti nel futuro, ma l’acquacoltura italiana porta un esempio di come possano essere fatti grandi passi in avanti a partire da una forte attenzione ai mangimi anche dal punto di vista della sostenibilità.