Le accuse ad Herbalife, storica azienda di integratori alimentari, addirittura sponsor del Coni e di Cristiano Ronaldo, non sono nuove. Quella che arriva dall’India in questi giorni, però, è particolarmente pesante, innanzitutto perché proprio il Subcontinente è diventato il più grande mercato in crescita per Herbalife e si prevede che supererà gli Stati Uniti nei ricavi delle vendite nei prossimi anni.
Poi perché è un caso studio, pubblicato su giornali scientifici (tra questi PublMed) e realizzato da un pool di ricercatori del The Cochin Gastroenterology Group, Ernakulam Medical Centre indiano, sul decesso per insufficienza epatica acuta fatale di una giovane donna che aveva consumato tre prodotti dell’azienda per un periodo di 2 mesi.
Il report presenta anche dati definiti “sconvolgenti” dalla stessa équipe di analisi chimica completa, tossicologia e studi di contaminazione microbica di prodotti Herbalife prelevati dal luogo di acquisto originale del paziente (un club nutrizionale di Kottakal in Kerala) e quelli acquistati online da diverse regioni dell’India. Dati sui quali, ovviamente, Herbalife non concorda definendo la ricerca “lacunosa”.
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Fonte notizia e foto “Il Salvagente”