Raggiungere il traguardo del “carbon neutral farming” entro il 2025 da parte degli allevamenti di bovine da latte si può. È la conclusione dei lavori della ventiduesima conferenza on line della International Farm Comparison Network (IFCN), che si è tenuta il 9 giugno 2021 ed ha visto telecollegati oltre mille esperti di 81 Paesi. Secondo le ultime rilevazioni, la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è la più elevata degli ultimi 650 mila anni, con la conseguenza che abbiamo registrato, fra l’altro, le diciannove annate più calde dal 2000. Fra i molti settori produttivi responsabili della produzione di gas serra di origine antropica ci sono anche gli allevamenti animali, fra cui quello delle vacche da latte. Gli esperti indicano nel 2.2% delle emissioni globali dei gas serra la responsabilità attribuibile all’allevamento delle bovine da latte. Di questo 2.2%, l’ 1.7% si deve ai Paesi cosiddetti emergenti.
Se verranno rispettate le linee guida indicate dagli esperti intervenuti, entro il 2050 le emissioni di gas serra per kg di latte prodotto potranno essere abbattute del 28%. Ne consegue che, a fronte di un aumento della domanda di latte del 50%, l’incremento della concentrazione di gas serra sarà di circa l’8% nei prossimi 30 anni.
In conclusione, gli allevamenti animali, troppo spesso indicati come i principali responsabili dell’inquinamento da gas serra, allo stato attuale non lo sono. Gli allevamenti di bovine da latte poi, lo sono per poco più del 2% del totale. Ma la forte volontà di fare qualcosa di positivo si sta manifestando in maniera determinata. L’auspicio è che tale volontà si manifesti anche negli altri settori produttivi, a cominciare dalle centrali elettriche a combustibili fossili.
Fonte:
Gli allevamenti di bovine da latte e il raggiungimento delle “net zero carbon emissions”