
Secondo i dati aggiornati della sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), in Italia, relativi al biennio 2023-2024, si può notare una buona consapevolezza, nella popolazione adulta, dell’importanza di assumere iodio attraverso il sale iodato. Complessivamente, infatti, il 78% delle persone intervistate sceglie di utilizzare il sale iodato, moltissimi lo usano abitualmente (47% sempre e il 15% spesso) mentre altri riferiscono di usarlo qualche volta (17%). Questa è una consapevolezza che cresce nel tempo: il consumo di sale iodato veniva riferito dal 67% degli intervistati nel 2015 ed è aumentato fino al 78% del 2024.
La quota di chi riferisce di usare il sale iodato è maggiore nella popolazione femminile (80% vs 75% degli uomini), fra le persone socialmente più avvantaggiate per risorse economiche (79% fra chi non ha difficoltà economiche vs 69% di chi riferisce di averne molte) o per istruzione (81% fra i laureati vs 63% fra chi ha al più la licenza elementare) e fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri (79% vs 66%).
Se 78 persone su 100 usano il sale iodato, c’è una quota della popolazione che riferisce di non usarlo mai (19%) e una porzione, poco inferiore al 3%, che riferisce di non sapere neanche cosa sia. Si tratta generalmente di persone più giovani o persone socialmente più svantaggiate, per bassa istruzione o molte difficoltà economiche o cittadinanza straniera.
La consapevolezza dell’importanza che assume lo iodio in particolari condizioni fisiologiche e fasi della vita è dimostrata anche dai dati sul consumo di sale iodato in gravidanza, durante l’allattamento e nell’infanzia: sia fra le donne in gravidanza e che fra quelle che allattano al seno l’82% riferisce di usare il sale iodato nella preparazione dei pasti in casa, il 78% fra le persone che vivono con bambini di 0-14 anni di età
In Emilia-Romagna cresce la consapevolezza sui rischi legati all’eccesso di sale nella dieta. Secondo i dati della sorveglianza PASSI, il 63% degli adulti dichiara di prestare attenzione al consumo quotidiano, mentre quasi due persone su dieci (17,8%) affermano di ridurlo attivamente. Un segnale positivo arriva anche dall’uso del sale iodato, raccomandato per prevenire i disturbi da carenza di iodio: in regione lo utilizza sempre l’83,7% degli intervistati e spesso il 73,6%.
Questi numeri mostrano un livello di attenzione superiore alla media nazionale, ma le autorità sanitarie sottolineano che c’è ancora margine per migliorare, soprattutto tra chi non adotta strategie concrete di riduzione. L’obiettivo resta quello di ridurre il rischio cardiovascolare e favorire abitudini alimentari più sane già a partire dalla tavola di tutti i giorni.
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