Circa 230.000 varianti genetiche determinano le caratteristiche di 100 varietà di pomodoro. Lo ha stabilito uno studio pubblicato su Cell a firma di Michael Schatz della Johns Hopkins University e colleghi di una collaborazione internazionale.
Si tratta di uno dei più vasti studi genomici condotti su una delle coltivazioni più importanti del mondo, alla base di un’industria alimentare del valore di 190 miliardi.
La commercializzazione di frutti di diversa forma, dimensione, consistenza e gusto dipende in ultima istanza dai geni espressi nelle diverse varietà di piante. Finora tuttavia le tecniche di analisi genetica usate per capire queste differenze hanno colto solo caratteristiche puntuali o molto limitate del DNA, che riguardavano per esempio un unico gene chiamato KLUH.
Schatz e colleghi hanno usato una tecnica denominata long-read sequencing che può essere paragonata a una visione panoramica su ampie sezioni del genoma. Hanno così scoperto più di 200.000 mutazioni strutturali che, nella maggior parte dei casi, non riguardano geni codificanti per specifici tratti della pianta, quanto piuttosto meccanismi di controllo dell’attività genica.