Gli alimenti ultraprocessati sono ormai onnipresenti nella nostra società. Perché, evidentemente, graditi e maggiormente consumati rispetto al passato. Ma non per questo privi di effetti (negativi) per la salute. Il loro eccessivo consumo era già stato correlato a un aumento della mortalità per cause cardiovascolari lo scorso anno, attraverso due studi pubblicati sul British Medical Journal. Ipotesi ora suffragata da un nuovo lavoro italiano, condotto dai ricercatori dell’Irccs Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia) e apparso sulle colonne dell’American Journal of Clinical Nutrition.
Potendo contare sulle informazioni relative alle abitudini alimentari di 22mila italiani (dai 35 anni in su), raccolte per otto anni, epidemiologi e nutrizionisti hanno posto in relazione il consumo di alimenti ultraprocessati con il rischio di morte per tutte le cause. E, nello specifico, per problemi di natura vascolare.
I risultati hanno confermato l’impatto negativo che questa tipologia di prodotti possono avere sulla salute, con incrementi del rischio di morte rispettivamente del 26 e del 58 per cento rilevati tra coloro che seguivano una dieta rappresentata per un sesto da questi prodotti rispetto agli adulti che invece ne facevano un consumo sporadico (con alimenti ultratrasformati corrispondenti a meno del 6 per cento della dieta).