L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato cinque istruttorie sull’uso del sistema di bollinatura fronte pacco denominato NutriScore da parte delle società italiane GS S.p.a, Carrefour Italia S.p.a., Pescanova Italia S.r.l. e Valsoia S.p.A., delle società francesi Regime Dukan S.a.s. e Diet Lab S.a.s., della società inglese Weetabix Ltd. e di una società tedesca attiva nella produzione di caramelle.
L’Autorità ha avviato anche un’istruttoria nei confronti del titolare dell’app francese Yuka, scaricabile dagli App Store di Google e Apple, che si propone di dare una valutazione salutistica dei prodotti alimentari basata in larga misura sul sistema NutriScore e che fornisce proposte alternative per i prodotti giudicati mediocri o scarsi.
Nel sistema di bollinatura NutriScore i prodotti alimentari vengono suddivisi in cinque categorie, sulla base di un punteggio calcolato tramite un complesso algoritmo che sottrae dal valore totale degli elementi “sfavorevoli” (energia, acidi grassi saturi, zuccheri semplici, sodio) quello degli elementi “favorevoli” (percentuale di frutta, verdura, leguminose e oleaginose, fibre, proteine). Gli alimenti con punteggi molto bassi e, quindi, con preponderanza di elementi favorevoli, sono assegnati alla categoria A (verde), mentre quelli con i punteggi più alti sono assegnati alla categoria E (rosso).
Il timore, evidenzia l’Autorità, è che l’etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato.
Ne deriva che il consumatore potrebbe essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti con un giudizio positivo secondo l’etichetta NutriScore o la valutazione dell’app Yuka e, quindi, ad esaltare senza motivo i risultati per la salute che derivano dalla loro scelta.
Nel caso dell’app Yuka, infine, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non è chiaro il criterio in base al quale sono ordinate e proposte le alternative al consumatore.