L’abuso di alcol è un comportamento a forte rischio per la tua salute.
Sono numerose le possibili conseguenze negative e le malattie correlate, soprattutto con l’aumento delle quantità ingerite. L’abuso è sempre più diffuso, con l’assunzione voluta e ripetuta che avviene, per esempio, nei binge drinking (abbuffata alcolica), o quando si decide di sballare e ‘spaccarsi’.
A proposito: in Italia la somministrazione di alcolici agli under18 è vietata, e chi non rispetta la legge è il primo a fregarsene di voi.
Quando usiamo la parola “alcol” di solito facciamo riferimento all’alcol alimentare, cioè l’etanolo: un composto organico derivato dalla fermentazione degli zuccheri contenuti nella frutta oppure degli amidi di cui sono ricchi tuberi e cereali.
Gli esseri umani hanno iniziato a produrre bevande alcoliche almeno 9000 anni fa. Il fatto che l’alcol sia il prodotto di un processo naturale, presente come bevanda in tante culture, spesso risultato di tradizioni e saperi antichi, non significa che avvicinarsi a tali bevande non comporti dei rischi. Ormai tutta la comunità scientifica è concorde nel definire l’alcol una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e dagli effetti psicoattivi soprattutto se assunto in maniera eccessiva e non consapevole.
Una volta ingerito l’alcol viene assorbito, entra nel sangue che lo trasporta e lo diffonde in tutto il nostro corpo, compreso naturalmente il cervello. Ed è qui che inizia ad agire: in dosi basse ti può far sentire più rilassato, disinibito e socievole. Più aumenta il livello di concentrazione nel sangue, più evidenti e pericolosi sono gli effetti su umore, percezione, cognizione e coordinamento motorio.
Prima dei 16 anni l’alcol non dovrebbe essere assunto nemmeno in quantità moderate perché l’organismo non possiede ancora gli enzimi in grado di metabolizzarlo. Tra i 16 e i 21 anni la metabolizzazione avviene, ma è più difficoltosa e lenta che negli adulti.
Assumere qualsiasi sostanza o alimento andando oltre i limiti – convinti di ‘reggere’ o di ‘reggerlo’ – significa solamente voler dimostrare qualcosa, come vincere una prova di forza.
Ma perché farlo?
Lo stesso avviene con gli alcolici. Non esiste una quantità raccomandabile di alcol da bere, meglio parlare di quantità a basso rischio.
Il livello di alcolemia (cioè l’unità che misura la presenza temporanea di alcol nel sangue) di un bicchiere di alcol varia da persona a persona a seconda di diversi fattori come l’età, il sesso, l’abitudine a bere, l’ingestione contemporanea di cibo o il tipo di bevanda.
L’alcol e l’abuso di alcolici è il terzo fattore di rischio per la salute nel mondo: non sottovalutiamo MAI il rischio.
C’è una lunga lista di patologie acute e croniche correlate all’abuso di bevande alcoliche: cirrosi epatica, malattie cardiovascolari, malattie tumorali e disturbi neuropsichiatrici (tra le più importanti cause di morte e disabilità).
L’abuso di alcol inoltre crea dipendenza: è infatti una sostanza psico-attiva che progressivamente altera la funzionalità del sistema nervoso centrale, induce comportamenti pericolosi per sé stessi e per gli altri… come guidare ubriachi.
Al primo impatto è vero che l’alcol può far sentire più rilassati e disinibiti ma via via che si continua a bere, la sostanza invece che “accenderci” può addirittura farci spegnere (calo del desiderio, impossibilità per i ragazzi di raggiungere l’erezione). Entra qui in ballo l’effetto depressore dell’alcol.
Sballarsi di alcol non ti fa fare sesso meglio, ti accorgerai anzi che sesso proprio non riesci a farlo.
Infatti, l’abuso o la dipendenza da alcol ha effetti anche sul lungo periodo sulla sessualità.
Modificazioni strutturali dei testicoli, della qualità dello sperma e dei livelli ormonali (in due parole: infertilità e impotenza) per l’uomo, maggiore probabilità di sviluppare un cancro al seno e alterazione degli equilibri ormonali per la donna.
Bere in gravidanza è molto grave. Ormai è noto che gli effetti negativi sullo sviluppo del feto sono numerosi: aborto spontaneo, parto prematuro e basso peso alla nascita. La difficoltà nel definire con precisione quantità soglia e periodi di vulnerabilità rende consigliabile un’astensione assoluta dal bere in tutte le fasi della gestazione.
Il quadro completo degli eventuali danni indotti dall’alcol si vede alla nascita, quando è possibile diagnosticare la sindrome feto-alcolica (Fas, Fetal Alcohol Syndrome), cioè un insieme di deficit e anomalie con caratteristiche variabili.