Non chiamateli “intensivi”- Il Presidente dell’AIVEMP (Associazione Italiana Veterinaria di Medicina Pubblica) Bartolomeo Griglio consiglia di abbandonare l’uso dell’aggettivo “intensivi”. E’ fuorviante, dice, proponendo di sostituirlo con il più corretto “convenzionali”. “Per intendersi nei ragionamenti bisogna prima di tutto mettersi d’accordo sulla semantica- afferma- e in Italia è più corretto parlare di “allevamenti convenzionali”, cioè di aziende zootecniche dove si allevano animali in aree delimitate e al coperto, garantite dalla biosicurezza”.
Nell’immaginario di chi parla di allevamenti “intensivi” non ci sono gli allevamenti convenzionali italiani. I bovini a cui fa principalmente riferimento il Dataroom, non vivono all’ammasso, “ma in aziende agricole che garantiscono spazio e benessere”. E non sono sovrannumerari, ma possono essere allevamenti “anche soltanto di venti capi”.