L’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) è una crescente minaccia globale, con oltre 30 specie di mammiferi infettate e una circolazione preoccupante nei bovini da latte negli USA (dati a novembre 2024).
Questi animali infetti mostrano sintomi lievi o asintomatici, come ridotta produzione di latte, latte più denso simile al colostro, appetito ridotto, letargia, febbre e disidratazione.
Il latte crudo da bovini infetti è considerato materiale ad alto rischio, con prove di trasmissione del virus ad altri animali, tra cui pollame e gatti.
Ad oggi, il virus non mostra adattamenti specifici agli esseri umani, ma l’intensa circolazione di H5N1 nei bovini potrebbe aumentare il rischio di adattamenti futuri.
Solo latte pastorizzato o trattato per inattivare il virus dovrebbe essere commercializzato.
L’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH), in collaborazione con la FAO e l’OMS, monitora la situazione e consiglia misure preventive, sottolineando che il rischio per la salute pubblica è basso ma richiede vigilanza. Una comunicazione trasparente e l’adozione di standard internazionali restano fondamentali per la gestione del rischio.