Giovedì 31 marzo la Commissione europea ha adottato una proposta, attesa da lungo tempo, per rivedere il quadro delle indicazioni geografiche per le bevande alcoliche e i prodotti agricoli.
L’etichetta IG è stata pensata per proteggere i nomi di prodotti specifici con caratteristiche uniche legate alla loro origine geografica e al know-how radicato nella regione in cui vengono realizzati, come lo champagne o il parmigiano.
Le indicazioni geografiche sono considerate una storia di successo nell’UE, in quanto rappresentano un valore di vendita di 74,76 miliardi di euro e il 15,5% delle esportazioni agroalimentari totali dell’Unione, secondo un recente studio della Commissione.
Gran parte della resistenza al cambiamento proviene dai gruppi di produttori di IG e dagli Stati membri che ritengono che l’attuale quadro sia buono così com’è.
Altri aspetti affrontati dalla proposta di aggiornamento sono una migliore protezione delle IG su Internet, in particolare quando si tratta di vendite online, e alcuni aspetti di semplificazione come la creazione di un unico insieme di procedure per registrare un nuovo nome di IG.
Uno dei principali cambiamenti introdotti dalla Commissione è il concetto di “gruppi di produttori riconosciuti”, che, una volta designati, dovrebbero assumersi la responsabilità di aumentare il proprio ruolo nell’applicazione e nella gestione complessive dell’IG.
Secondo l’esecutivo dell’UE, questo è un modo per responsabilizzare davvero i beneficiari del sistema, ad esempio garantendo loro l’accesso alle autorità e alle dogane anticontraffazione in tutti gli Stati membri.
Ma il motivo di maggiore preoccupazione è l’ampliamento del ruolo dell’Ufficio per la proprietà intellettuale dell’UE (EUIPO) nella gestione delle indicazioni geografiche, a cui la DG AGRI della Commissione ha delegato alcune delle sue competenze in materia.