Trust Barometer: Food & Beverage e lo “spaccato generazionale”
Da oltre vent’anni, Edelman realizza il Trust Barometer, la più estesa indagine globale sulla fiducia presentata annualmente in anteprima mondiale al World Economic Forum di Davos. La ricerca fornisce importanti elementi per comprendere l’orientamento dei consumatori e degli stakeholder nei confronti delle quattro istituzioni – Governo, Media, Business ed NGO –, analizzando anche i livelli di fiducia nei diversi settori produttivi.
Per aiutare le aziende di questo comparto a identificare in maniera precisa gli aspetti sui quali è necessario lavorare per aumentare le proprie performance in termini di fiducia e di reputazione sul mercato, Edelman ha presentato l’indagine settoriale “Eat.Drink.Trust 2020 Food Trends Report”, che ha coinvolto 13 mercati (Italia, Cina, Messico, Sud Africa, Stati Uniti, Canada, Spagna, Australia, Regno Unito, Olanda, Irlanda, Germania, Francia) per un totale di 13.000 persone.
Nella ricerca la valutazione della fiducia si basa per il 20% sulla COMPETENZA, intesa come saper fare, e per l’80% sull’ETICA declinata in tre variabili: integrità, capacità di mantenere le promesse, orientamento concreto ad operare in modo costante per conseguire un impatto positivo sulla società.
Con il 37% del campione fiducioso nei confronti del settore, l’Italia è al terzo posto nel mondo, dopo Cina e Messico.
Il Food & Beverage è un settore estremamente variegato e l’“Eat.Drink.Trust” rileva le differenze in termini di fiducia riscossa dalle diverse categorie che lo compongono, analizzandone 11. Tra queste spiccano i piccoli produttori nell’agricoltura e nella pesca e al secondo posto le catene della ristorazione tradizionale che riscuotono la percentuale più alta in termini di fiducia (rispettivamente il 67% e il 61%). Giudizi meno positivi, invece, quelli raccolti dai produttori industriali di carne e i fast food (rispettivamente 34% e 31%).
In Italia, in 8 categorie su 11 esaminate, gli utenti fiduciosi superano in percentuale coloro che non ritengono il singolo settore meritevole di fiducia. Ed è interessante notare, ad esempio, come la fiducia verso la GDO (ritenuta etica e al tempo stesso competente), sia nettamente superiore rispetto al dato globale (53% contro 44%).
Lo studio, offre anche un’interessante spaccato generazionale nel quale vediamo la Generazione Z aperta ad una dimensione internazionale (quasi metà del campione pensa che i consumatori debbano acquistare prodotti dei brand globali, un dato superiore del 62% a quello generale) e favorevole alla tecnologia (il 37% afferma che questa debba essere utilizzata per migliorare le produzioni, un dato superiore del 27% a quello generale), i Millennial appaiono molto coinvolti nel proprio rapporto con i brand del settore (il 22% in più rispetto al resto del campione) e hanno elevate aspettative in termini di etica tanto che il 40% pensa che i brand del settore F&B siano in grado di comportarsi in modo corretto verso i consumatori. Più disinteressati al settore, invece, Gen X e Boomers. Se, da una parte, la GenX non ha un’opinione precisa rispetto a cinque o più categorie analizzate (37%) – pur avendo una grande passione per la cucina casalinga e in generale per cibo e bevande (76% e 42%) -, i Boomers apprezzano i brand che garantiscono originalità e comodità, scelti solitamente al supermercato e, rispetto al campione globale, appaiono molto più orientati ad utilizzare il servizio di spesa online, influenzati probabilmente dalle necessità sorte durante il periodo più duro dell’emergenza Covid-19.