In Spagna, quattro persone sono state colpite da una tossinfezione “botulinica” dopo aver mangiato insalata russa fatta in casa in cui, tra i vari ingredienti, c’era anche del tonno in scatola prodotto dalla Ditta Frinsa de Noroeste. Tre persone sono guarite rapidamente mentre una è rimasta sotto osservazione. I sospetti sono caduti proprio sul tonno per cui si sono prelevate delle scatole per la ricerca della tossina botulinica. Soltanto una scatola tra quelle esaminate è risultata contaminata. Sulla base di questo risultato, l’AESAN (Agenzia Spagnola per la Sicurezza Alimentare), ha comunicato il ritiro precauzionale dell’intera partita cui apparteneva la scatola “contaminata” e che ammonta a 3420 scatole da 900 grammi l’una.
Si deve segnalare che nel caso spagnolo l’azienda produttrice ha eseguito le analisi su un numero significativo di scatole e le ha trovate tutte negative.
La stessa azienda sostiene che la responsabilità dell’intossicazione che ha colpito le quattro persone non è dipesa dal tonno, ma da qualche altro fattore che potrebbe essere un altro alimento che costituiva l’insalata “russa”.
Di fronte a un controllo “positivo”, anche se ha riguardato una sola scatola, l’applicazione del principio di precauzione è stato doveroso da parte delle Autorità spagnole e il pericolo anche se modesto è stato annullato. Certo che se alla fine si dovesse scoprire che la responsabilità di quanto accaduto è dipeso da una inadeguata “gestione” igienica dell’insalata russa, il tutto si sgonfierebbe come una bolla di sapone. Man mano che la situazione è risultata meno drammatica di quanto si potesse temere, sarebbe stato bene che i toni si fossero smorzati evitando di creare inutili allarmismi e preoccupazioni anche per gli italiani che si trovano in Spagna per vacanza o per lavoro.
Anche se l’intera vicenda presenta degli aspetti non completamente chiari, sulla base delle informazioni disponibili, si può concludere che non “fu” vero pericolo.