I materiali da imballaggio realizzati con polimeri a base petrolchimica sono estremamente difficili da eliminare dall’ambiente.
«A seconda del tipo di polimero, la decomposizione può richiedere decine, centinaia e persino migliaia di anni», osserva Pawel Stepniewski di Microbic in Polonia, membro del progetto Methanotrophy.
In risposta, l’industria ha esaminato il potenziale dell’utilizzo di biopolimeri di origine naturale. A differenza di quelli sintetici, i biopolimeri possono essere facilmente scomposti dai microrganismi del suolo e si decompongono producendo composti innocui come anidride carbonica e acqua.
Il progetto Methanotrophy, finanziato dall’UE, intende commercializzare una tecnica innovativa che potrebbe aiutare a trasformare il metano di scarto in prodotti ecologici di alta qualità, tra cui il PHB.
Al centro di questa biotecnologia ci sono i metanotrofi, batteri che utilizzano il metano come principale fonte di carbonio ed energia.
«Una caratteristica importante che distingue i metanotrofi dagli altri batteri è la loro capacità di ossidare il metano in metanolo come prodotto intermedio», spiega Stepniewski. «Numerosi studi si sono concentrati su questi batteri per il loro potenziale nell’estrazione del metano. La nostra ricerca sui batteri metanotrofi, condotta per diversi anni, ha portato a nuove scoperte sull’attività di questi batteri».
In particolare, il progetto Methanotrophy vuole verificare se alcune colture di batteri metanotrofi possano essere utilizzate come biofiltri in grado di assorbire metano e produrre PHB su scala industriale.
Ciò potrebbe contribuire a ridurre le emissioni di metano e a produrre una preziosa materia prima biodegradabile.
I prossimi passi comprenderanno l’ottimizzazione dell’estrazione del PHB ottenuto e la sua granulazione. Queste fasi saranno fondamentali per portare la tecnica sul mercato.
«Abbiamo dimostrato che i batteri metanotrofi possono essere utilizzati per gestire il metano di scarto», osserva Stepniewski. «Per garantire la redditività di questo metodo, tuttavia, saranno necessarie ulteriori fasi di ricerca. Dobbiamo prendere in considerazione il valore ambientale delle bioplastiche come il PHB, nonché la loro biodegradabilità, ed esaminare in modo più approfondito le potenziali applicazioni in campo medico e tecnologico».