
Uno studio decennale condotto da ricercatori americani ha evidenziato che il ritardo nei pasti, in particolare nella colazione, è associato a un aumento del rischio di depressione, affaticamento, disturbi del sonno e mortalità prematura negli adulti più anziani.
I dati, pubblicati su Communications Medicine, si basano su circa 3.000 partecipanti di età compresa tra i 42 e i 94 anni, monitorati tra il 1983 e il 2017 nel Regno Unito. Lo studio ha rilevato che, con l’avanzare dell’età, gli orari dei pasti tendono a spostarsi più tardi nel corso della giornata.
In media, gli orari della colazione, del pranzo e della cena sono stati rispettivamente 8:22, 12:38 e 17:51: i partecipanti hanno il primo di questi pasti 31 minuti dopo il risveglio e l’ultimo all’incirca 5 ore e mezza prima di andare a letto. In generale, più le persone invecchiano, più mangiano tardi: lo studio ha sottolineato l’importanza di mantenere un orario regolare per i pasti, in particolare per la prima colazione. Rispettare un orario costante a tal riguardo può allungare la vita.
Gli esperti suggeriscono che il momento in cui si mangia possa essere un indicatore utile per monitorare la salute generale e prevenire eventuali problemi fisici e mentali. Mantenere orari regolari per i pasti, soprattutto la colazione, potrebbe contribuire a migliorare il metabolismo, la salute cardiovascolare e l’umore. Questi risultati offrono nuove prospettive sulla relazione tra tempistiche alimentari e longevità, aprendo la strada a future ricerche in ambito nutrizionale e sanitario.