Dal lockdown una lezione l’abbiamo imparata: mangiare in modo salutare, cucinare il cibo, utilizzando al meglio gli ingredienti a disposizione, sprecando il meno possibile. Che per gli italiani equivale nel 2020 a 27 chilogrammi di cibo a testa, circa 529 grammi a settimana, l’11,78% in meno rispetto al 2019. È quanto emerge dal report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability (su rilevazione Ipsos), in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si svolge il 5 febbraio 2021.
Complessivamente nel 2020 equivalgono a 222mila le tonnellate di cibo “salvato” dallo spreco in Italia e un risparmio di 6 € pro capite, ovvero 376 milioni euro a livello nazionale, in un anno intero. Numeri che confermano quelli di una tendenza in calo negli ultimi anni del cibo, con dati in netto miglioramento.
I volumi complessivi in termini di valore restano ancora alti, anche per effetto della deflazione su alcuni cibi: vale 6 miliardi e 403 milioni di euro lo spreco alimentare domestico nazionale, e sfiora il costo di 10 miliardi l’intera filiera dello spreco del cibo in Italia, sommando le perdite in campo e lo spreco nel commercio e distribuzione che ammontano a quasi 3,3 miliardi. In peso, significa che nel 2020 sono andate sprecate 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si includono le perdite e gli sprechi di filiera (dati Waste Watcher International/ Distal Università di Bologna per campagna Spreco Zero e rilevazioni Ipsos).