La Cina è alle prese con la comparsa di un nuovo focolaio infettivo da Covid-19. Si stanno facendo molte indagini per capire quale possa essere stata l’origine dell’infezione e sono stati anche fatti dei controlli nei mercati alimentari. In diversi banchi di vendita è stata scoperta la presenza di virus, ma particolare attenzione è stata dedicata alla contaminazione di un tagliere in cui si lavorava salmone norvegese.
Come è noto il salmone proviene da allevamenti marini molto controllati e la presenza di Covid-19 è praticamente impossibile; non può essere quindi il salmone ad avere contaminato il tagliere.
Si è però deciso di limitarne le importazioni con inevitabili gravi conseguenze economiche.
L’impressione è che il salmone sia stato usato come capro espiatorio per mascherare qualche “falla” nell’igiene della distribuzione degli alimenti.