Dai risultati di un’indagine condotta dalle organizzazioni non profit “Access to Nutrition Initiative” e “ShareAction” è emerso che circa il 70% dei prodotti venduti dalle multinazionali risulta poco sano.
La valutazione dei prodotti è stata eseguita sulla base dell’ “Health Star Rating”, un’etichetta nutrizionale dei prodotti confezionati sviluppata in Australia nel 2014. Questa etichetta, attraverso una scala di punteggio che va da un minimo di mezza stella a un massimo di cinque stelle, offre al consumatore uno strumento rapido e veloce per confrontare i diversi prodotti in commercio. Il numero di stelle deriva dall’applicazione di un algoritmo in grado di valutare i nutrienti positivi e dannosi contenuti nel prodotto.
Nell’indagine britannica, gli alimenti e le bevande analizzati hanno ottenuto un punteggio medio di 2,2 stelle: un prodotto è considerato sano se raggiunge almeno un punteggio pari a 3,5 stelle. Nonostante i risultati non siano molto positivi, ci sono stati dei progressi rispetto alla prima edizione dell’indagine, pubblicata nel 2019, quando la percentuale di vendite rappresentate dal junk food raggiungeva il 78%, scesa ora al 71%.