
Nell’ambito del progetto MAX-FRESH, finanziato dall’UE, i ricercatori hanno sviluppato il primo sensore automatico in grado di rilevare e segnalare i gas volatili emessi quando i prodotti stanno maturando, fermentando o marcendo.
L’équipe sta lavorando al fine di migliorare il sensore e calibrarlo per ciascuno dei circa 300 gas noti per essere correlati all’aroma, un importante indicatore della qualità del cibo; secondo quanto si augurano i ricercatori, presto la capacità di rilevamento coprirà una quantità compresa tra gli 80 e i 100 volatili.
Un sistema del genere potrebbe essere presente nei nostri frigoriferi domestici per guidare le nostre decisioni? Non nel prossimo futuro, affermano i ricercatori, perché i sensori sono piuttosto costosi. Ciononostante, gli esperti offrono alcuni consigli per mantenere gli alimenti freschi più a lungo.
Conservare i prodotti nella posizione più appropriata nel frigorifero può aiutare a mantenerne la freschezza; riempire completamente il frigorifero, e tutto in una volta, significa che ci vorrà più tempo per raffreddarlo alla giusta temperatura, il che potrebbe influire su alcuni prodotti. Inoltre, lasciare la porta aperta per un minuto (ad esempio mentre si prepara una tazza di tè) può avere un impatto negativo, mentre anche l’oculata pianificazione dei pasti è una buona abitudine, in quanto consente di evitare che alla fine della settimana rimangano molti prodotti mangiati a metà, con il rischio che vadano a male.
Inoltre non dimentichiamo che uno dei modi più utili per decidere se buttare via il cibo è fare affidamento ai nostri sensi: l’olfatto e il gusto, infatti, affinati nel corso di milioni di anni di evoluzione, sono in grado di rilevare con particolare efficacia sostanze chimiche nel cibo e nell’aria. Se un alimento ha superato la data in cui essere preferibilmente consumato, ma ha ancora un buon odore, probabilmente è tuttora buono; se il suo aspetto e odore sono cattivi, invece, è probabile che sia arrivato il momento di disfarsene.